Parole in gioco - Stefano Bartezzaghi e Adriana Albini al MUSE

Il giornalista e scrittore Stefano Bartezzaghi affronta in un dialogo con Adriana Albini, direttrice dell'IRCCS MultiMedica di Milano, le analogie tra ‘linguaggio umano’ e ‘linguaggio del genoma’. Modera il giornalista Paolo Ghezzi.

Nell’ambito della mostra “Genoma Umano. Quello che ci rende unici” la metafora linguistica diventa la chiave per la comprensione di concetti scientifici complessi che riguardano la nostra vita e noi stessi. Nell’attuale era “post-genomica”, focalizzata sulla funzione e la plasticità del materiale genetico, la comprensione di questa “lingua tutta da capire” lascia intravvedere nuovi scenari per dare risposte e trovare soluzioni a importanti questioni sulla biologia umana, con l’obiettivo di vivere a lungo e in buona salute.

In mostra i punti nei quali si fa ricorso alla potente metafora del linguaggio sono numerosi. A cominciare dal prologo stesso nel quale l’attuale, ma ancora parziale, conoscenza sul genoma umano è proposta al pubblico con una rappresentazione multimediale. Basata su suoni e fonemi di difficile interpretazione e proiezioni di combinazioni di lettere, con senso compiuto e non, l’exhibit gioca con le lettere (A, C, G e T), iniziali delle quattro molecole fondamentali del DNA.

Proseguendo sul filo di ‘Una lingua tutta da capire’ grazie al linguaggio sono introdotti argomenti importanti, quali la struttura del genoma, i vari elementi che lo costituiscono e la porzione che viene effettivamente trascritta e tradotta. Un esercizio enigmistico, ‘Il mutastorie’ è stato appositamente realizzato per illustrare le mutazioni genetiche e proporle come base delle differenze tra individui. Questo “gioco” dimostra come semplici modifiche possano cambiare il senso di un racconto in modo più o meno significativo. Nell’esercizio enigmistico il pubblico si diverte a spostare, invertire, eliminare e duplicare lettere e parole producendo parole e frasi diverse, sensate, buffe, ambigue o prive di senso. Costruisce così storie diverse. L’analogia con il nostro genoma è molto forte: il DNA non è un’entità stabile ma è soggetto a una serie di cambiamenti ereditabili e non.


Exhibitions and events from this museum

We don't have anything to show you here.

Activities from this museum

We don't have anything to show you here.


Suggested Content